Il Bronzo

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28/03/2019

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Materiali

Il pugile a riposo
Non sono molte le statue greche in bronzo che sono arrivate fino ai nostri giorni: infatti nonostante nel periodo classico fosse un materiale molto usato, quelle giunte a noi sono spesso copie in marmo successive del periodo ellenistico o romano.
Un bronzo originale che non è andato perduto è il pugile a riposo, forse attribuibile a Lisippo o a qualcuno della sua cerchia.
È una statua alta 128 cm e datata la seconda metà del IV secolo a.c., quest’opera è stata rinvenuta nel 1885 alle pendici del Quirinale (è infatti conosciuto anche come “pugile del Quirinale”) ed è adesso conservata al museo nazionale romano. La statua è stata realizzata con la tecnica della fusione a cera persa con il metodo indiretto ed è l’unione di più pezzi che sono poi stati fusi insieme.
Si nota subito la maestria dell’artista e la sua attenta cura per i dettagli: i particolari della barba e dei
capelli, le ferite sul volto, il corpo perfettamente modellato, i lacci dei guantoni, tutto viene studiato attentamente e reso con abilità.
Sono proprio le ferite riportate dal pugile a suggerirci il messaggio che l’artista vuole trasmettere: la forza di superare le difficoltà e le sfide che ci vengono proposte e andare avanti. Infatti l’opera non ritrae un pugile vittorioso che gioisce ma uno in attesa, probabilmente del giudizio finale sull’andamento dell’incontro. Numerose sono le ferite da lui riportate: si possono infatti notare lividi e deformazioni, nonché tagli ancora aperti derivanti dai colpi ricevuti in combattimento.
L’atleta gira la testa di lato, come se aspettasse un cenno, le labbra socchiuse e le sopracciglia trasmettono una forte intensità ed espressività all’opera. L’incredibile verosimiglianza e l’attenta cura anche nei più piccoli particolari rendono questa statua un’opera d’arte splendida e indimenticabile.

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